In questa guida spieghiamo dove buttare la polvere dell’aspirapolvere.
La polvere dell’aspirapolvere va conferita nei contenitori di secco non riciclabile. Infatti non esistono, almeno fino a questo momento, dei centri di raccolta di materiale ecocompatibile in grado di trarre da questo tipo di rifiuto niente che possa tornare utile, o essere trasformato in un materiale di riuso.
C’è da considerare comunque che tutti i residui che vengono recuperati passando l’aspirapolvere per gli ambienti casalinghi, o in altri spazi che siano particolarmente propensi ad accumulare polvere, in effetti contengono di tutto. E anche se la consistenza della polvere dell’aspirapolvere sembra avvicinarsi a quella del pulviscolo atmosferico, la sua composizione non è la stessa.
In pratica, anche se è vero che dentro la polvere ci sono tantissimi elementi diversi, di cui alcuni potrebbero essere riutilizzati, come i metalli o il silicio, di fatto, vuoi per le dimensioni, vuoi per l’impossibilità di riuscire a separarli, il tentativo non approderebbe comunque all’obiettivo desiderato.
E non è la sola ragione, perché in mezzo alla polvere ci sono anche elementi che sembrano fragili, come i peli e i capelli, per esempio, che invece sono praticamente indistruttibili. Quindi non potrai fare altro che gettare la polvere nei sacchetti della spazzatura del secco non riciclabile.
Certo ti consolerà pensare che la sua capacità di inquinamento ambientale è abbastanza ridotta. Questo significa che in discarica diventerà sedimento e contribuirà ad aumentare il materiale inerte che serve da aggregante per il resto della spazzatura.
Inserire la polvere dell’aspirapolvere tra il materiale da bruciare all’aperto, oppure in una stufa o in un camino, si rivelerebbe invece una scelta avventata
Altra cosa invece sarebbe quella di destinarla agli impianti di termovalorizzazione correttamente installati, e quindi dotati di tutti i sistemi di filtraggio a norma capaci di evitare l’inquinamento ambientale.
Qui si apre una interessante questione sulla separazione del secco non riciclabile rispetto all’umido. Le regioni che hanno aderito al piano di recupero energetico dei rifiuti tramite i termovalorizzatori potrebbero trarne un beneficio. Infatti poter ricevere i rifiuti secchi ben distinti da quelli umidi, soprattutto nel caso in cui si stiano sperimentando dei cicli separati tra i due trattamenti, eviterebbe l’opera di selezione, onerosa anche se grossolana.
Ma si tratterebbe, almeno per ora, di una differenziazione attivabile solo localmente, e quindi nelle località dove questa sperimentazione è attiva. Questo non toglie che l’avvio di questa attività di separazione alla fonte potrebbe avere dei benefici interessanti, soprattutto considerando che la componente secca raggiunge in media il 30% del totale complessivo dei rifiuti.
Infatti appartengono a questa categoria gli oggetti più impensati. Gli involucri sporchi di residui alimentari, anche se fatti di carta e cartone, vanno nel secco non riciclabile, come i tetrapak e le vaschette di polistirolo, dove non vengano raccolti apposta. Tutte le stoviglie usa e getta di plastica ad esempio sono comprese, insieme agli stracci che una volta venivano usati per fare la carta, o le lampadine fulminate.
Separarli in casa invece consentirebbe di alleggerire le società di trasformazione dell’onere di differenziarlo dal resto del pattume da utilizzare per fini diversi, compreso il riciclo o la trasformazione energetica. La parte umida infatti può essere adeguatamente trattata, dopo una selezione sommaria, per trarne materiale organico da utilizzare come concime.
Il secco invece, se già separato, può essere utilizzato per creare energia cedendolo alle aziende di raccolta che operano per conto dei gestori dei termovalorizzatori. E infine proprio per quello che riguarda la polvere raccolta dall’aspirapolvere c’è da sfatare un mito e dare contemporaneamente un consiglio prezioso. Stiamo parlando della realizzazione domestica del compost per le piantine in vaso.
Non è difficile, quando si parla di riciclo dell’umido domestico, che venga spontaneo gettarci dentro anche la polvere dell’aspirapolvere pensando che possa essere assimilata alla terra. Risulta essere una scelta errata perché la polvere è un materiale inerte incapace di trattenere i sali, ma è perfetto per fare nidificare le larve degli insetti infestanti.